venerdì 26 novembre 2010

La regola è: vietato non partecipare!

 by Guendalina sabba

Credo che il mio lavoro sia vicino alla filosofia dell’art pour l’art. Si potrebbe pensare che io cerchi di portare l’oggetto d’arte nel mondo, dato che le mie opere a volte sembrano avere una funzione pratica, ma in realtà è il contrario: le cose nel mondo possono in alcuni casi particolari entrare nel reame dell’arte. (Franz West)
 
Un’arte tutta da toccare e da vivere quella di Franz West. Quest’anno, grazie alla Gagosian Gallery di Roma, si è potuto assistere a una duplice mostra dell’artista contemporaneo viennese (classe 1947).
Una delle due mostre, intitolata Room in Rome, 2010, conclusasi il 17 ottobre scorso, prevedeva l’esposizione di un’installazione totemica fruibile al pubblico in Piazza di Pietra a Roma, nel cuore del centro storico, del tutto in linea con la concezione artistica rivoluzionaria di artisti come  Marcel Duchamp, che, nel 1947, realizza un seno di gomma dal titolo Si prega di toccare, e invita a violare il canonico “vietato toccare” esposto perennemente nei musei, e dai quali West rimarrà profondamente influenzato.
L’altra esposizione, intitolata Franz West: Roman Room, si è tenuta invece presso la sede romana della Gagosian Gallery fino a sabato 30 ottobre. Anche qui le opere esposte erano sempre sculture dalle forme indefinite, enormi, colorate e solo apparentemente statiche; opere che potevano essere osservate dai sofà che lo stesso artista ha realizzato fornendo al visitatore molteplici punti di vista all’interno della mostra.
Franz West spinge il pubblico ad interagire con i suoi lavori, invita al contatto diretto con le sue opere. Secondo la sua filosofia, i totem di questo autore diventano arte nel momento in cui lo spettatore partecipa attivamente, è dunque VIETATO NON PARTECIPARE!

Franz West: Roman Room
Gagosian Gallery, Roma
16 Settembre – 30 Ottobre 2010

giovedì 25 novembre 2010

Vincent Van Gogh: Campagna senza tempo… e senza girasoli

 by Guendalina Sabba


Vincent van Gogh, Cipressi con due figure femminili, 1889

Van Gogh: un nome, una garanzia.
Non mi stupisce che in questi giorni il Vittoriano stia registrando un gran numero di presenze alla mostra dedicata a uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. La mostra intitolata: Vincent Van Gogh, campagna senza tempo – città moderna, sta riscuotendo sicuramente un grandissimo successo; a sole due settimane dall’inizio, infatti, quasi 40mila visitatori hanno letteralmente preso d’assalto il Vittoriano.
Ma la mostra, purtroppo, non ha soddisfatto le mie aspettative:
Lo spazio espositivo, almeno per quanto riguarda la prima sala, non è sufficientemente predisposto per accogliere gruppi ammassati di persone, rimane davvero difficile riuscire a ritagliarsi un piccolo spazio per leggere tranquillamente  la biografia dell’artista.
Io, a questo punto, suggerirei vivamente di arrivare alla mostra già sapientemente informati sulla vita dell’artista di modo che appena entrati possiate procedere la visita lasciandovi alle spalle una folla accalcata di gente.
La delusione più forte, però, è data sicuramente dalla scarsa offerta espositiva.
Mancano all’appello, infatti, le opere più celebri dell’artista, come: La stanza, l’autoritratto con l’orecchio tagliato, La notte stellata, Notte stellata sul Rodano, I girasoli, gli Iris, i mangiatori di patate, Campo di grano con volo di corvi, ma la lista è decisamente lunga.
Tuttavia, nonostante lo spazio introduttivo sia esiguo, la mancanza delle opere maggiori si faccia sentire e il costo del biglietto, seppur ridotto, sia decisamente elevato (8,50 € ridotto e 12 € intero) a mio avviso è comunque una mostra da non perdere.


Jean François Millet, I raccoglitori di fieno, 1850

Da non perdere sono sicuramente, le opere del padre spirituale Jean François Millet, di Daubigny e  dell’amico Gauguin; ma soprattutto non potete non rimanere ipnotizzati dinnanzi ai Cipressi con due figure femminili del genio olandese. Questa infatti, a mio avviso, è l’opera regina di tutta l’esposizione.
Qui troviamo il vero Van Gogh, quello che tutti conosciamo, il Van Gogh tormentato, il Van Gogh violento, frustrato, ossessionato dal colore, dall’espressione, dal sentimento dell’angoscia e dell’orrore.
L’artista in una delle centinaia di lettere scritte all’amato fratello Theo parla così dei cipressi:
«il cipresso è bello come legno e come proporzioni, è come un obelisco egiziano. E il verde è di una qualità così particolare. È una macchia nera in un paesaggio assolato, ma è una delle note più interessanti, la più difficile a essere dipinta che io conosca»
Usciti da questa mostra ricorderete a lungo questo quadro: pennellate dense e violente, vortici di colore che catturano l’occhio e lo spirito di chi guarda, che immergono lo spettatore  nel verde scuro, brillante e intenso dei cipressi, trascinandolo nel bel mezzo del quadro a passeggiare in compagnia di due eleganti signore.

Vincent van Gogh, Campagna senza tempo – Città moderna
Roma – Complesso del Vittoriano
Venerdì 8 ottobre 2010 -  domenica 6 febbraio 2011