by Guendalina Sabba
Non mi stupisce che in questi giorni il Vittoriano stia registrando un gran numero di presenze alla mostra dedicata a uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. La mostra intitolata: Vincent Van Gogh, campagna senza tempo – città moderna, sta riscuotendo sicuramente un grandissimo successo; a sole due settimane dall’inizio, infatti, quasi 40mila visitatori hanno letteralmente preso d’assalto il Vittoriano.
Ma la mostra, purtroppo, non ha soddisfatto le mie aspettative:Lo spazio espositivo, almeno per quanto riguarda la prima sala, non è sufficientemente predisposto per accogliere gruppi ammassati di persone, rimane davvero difficile riuscire a ritagliarsi un piccolo spazio per leggere tranquillamente la biografia dell’artista.
Io, a questo punto, suggerirei vivamente di arrivare alla mostra già sapientemente informati sulla vita dell’artista di modo che appena entrati possiate procedere la visita lasciandovi alle spalle una folla accalcata di gente.
La delusione più forte, però, è data sicuramente dalla scarsa offerta espositiva.Mancano all’appello, infatti, le opere più celebri dell’artista, come: La stanza, l’autoritratto con l’orecchio tagliato, La notte stellata, Notte stellata sul Rodano, I girasoli, gli Iris, i mangiatori di patate, Campo di grano con volo di corvi, ma la lista è decisamente lunga.
Tuttavia, nonostante lo spazio introduttivo sia esiguo, la mancanza delle opere maggiori si faccia sentire e il costo del biglietto, seppur ridotto, sia decisamente elevato (8,50 € ridotto e 12 € intero) a mio avviso è comunque una mostra da non perdere.
Da non perdere sono sicuramente, le opere del padre spirituale Jean François Millet, di Daubigny e dell’amico Gauguin; ma soprattutto non potete non rimanere ipnotizzati dinnanzi ai Cipressi con due figure femminili del genio olandese. Questa infatti, a mio avviso, è l’opera regina di tutta l’esposizione.
Qui troviamo il vero Van Gogh, quello che tutti conosciamo, il Van Gogh tormentato, il Van Gogh violento, frustrato, ossessionato dal colore, dall’espressione, dal sentimento dell’angoscia e dell’orrore.
L’artista in una delle centinaia di lettere scritte all’amato fratello Theo parla così dei cipressi:«il cipresso è bello come legno e come proporzioni, è come un obelisco egiziano. E il verde è di una qualità così particolare. È una macchia nera in un paesaggio assolato, ma è una delle note più interessanti, la più difficile a essere dipinta che io conosca»
Usciti da questa mostra ricorderete a lungo questo quadro: pennellate dense e violente, vortici di colore che catturano l’occhio e lo spirito di chi guarda, che immergono lo spettatore nel verde scuro, brillante e intenso dei cipressi, trascinandolo nel bel mezzo del quadro a passeggiare in compagnia di due eleganti signore.
Vincent van Gogh, Campagna senza tempo – Città moderna
Roma – Complesso del Vittoriano
Venerdì 8 ottobre 2010 - domenica 6 febbraio 2011
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